Questo sport, come il surf e lo skateboard, per molti (soprattutto negli USA) viene percepito non come semplice passatempo, ma come uno stile di vita, intorno al quale ruotano le altre attività e non viceversa.
Spesso si rasenta l'integralismo e cio' ha portato, soprattutto negli anni 90 grazie alla giovane eta' media dei praticanti, a scontri e polemiche con il mondo dello sci e le stazioni sciistiche invernali. Da una parte si criticava lo spazio dedicato agli snowboarder da parte delle stazioni sciistiche, visto il crescente interesse della gente verso questo sport, e dall'altra si contrapponeva una certa resistenza nel cambiare le regole e si percepiva questo nuovo movimento come una specie di invasione degli spazi dedicati agli sciatori.
Questo si riflette anche nell'organizzazione a livello internazionale, che vede due organizzazioni contrapposte: la sezione snowboarding della FIS e il circuito TTR (ticket to ride). Il secondo, il vero circuito pro con i nomi piu' importanti della scena, organizza competizioni indipendenti che hanno fatto la storia (quali gli US Open di snowboarding, The Arctic Challenge, Air&Style) ecc., supportati dalle ditte del settore che, come in tutti gli altri action sports, sono fondamentali per la vita stessa del movimento.
Molti snowboarder non intendono scendere a compromessi con quella che viene da loro percepita come la vecchia nomenclatura dello sci alpino, disertando il circuito FIS se non per le qualificazioni alle Olimpiadi invernali. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) riconosce solo la FIS perciò solo i suoi atleti tesserati possono partecipare ai Giochi olimpici invernali.
Molti altri professionisti rifiutano di partecipare ai Giochi per protesta contro le regole e la concezione dello snowboarding come disciplina olimpica, dove il loro ruolo, a differenza del circuito TTR, viene messo in secondo piano.
C'è da ricordare comunque che le competizioni in genere sono solo una piccola parte dello snowboard, e non la più importante.
La popolarità di uno snowboarder non si misura solo con il numero di vittorie ai contest, a differenza di tutti gli sport "comuni", ma soprattutto con la presenza sui media quali foto, video e riviste, che sono peraltro veicolo di mode e novità continue.
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