Lo sci come attrezzo è storicamente un oggetto di legno dalla forma allungata e appiattita su cui sono posizionati degli attacchi per i piedi dello sciatore.
Ai primordi lo sci corrispondeva letteralmente a questa descrizione: sia la parte superiore che il fondo erano di legno e gli attacchi consistevano in due legacci che assicuravano il piede all'attrezzo. A causa delle caratteristiche dei pendii (non sarebbe corretto chiamarli piste, o almeno non ancora) piuttosto mossi e pieni di dossi e cunette, e della neve, fresca e non compressa da alcun tipo di macchinario come accade oggi, i primi sci presentavano una punta molto rialzata e una lunghezza attorno ai due metri.
Con lo svilupparsi della tecnica e delle prime stazioni sciistiche che presentavano per la prima volta delle apposite piste, si cominciarono ad applicare le prime lamine, ovvero delle strisce di metallo affilate assicurate al fondo dello sci con dei chiodi. Le lamine permettono di incidere meglio la neve e quindi di assicurare una migliore tenuta.
Vennero modificati anche gli attacchi: venne per esempio inventato il sistema dell'attacco rapido e, soprattutto, dello sgancio rapido che permette allo sci di sganciarsi dal piede in caso di caduta evitando di sottoporre a disastrose sollecitazioni gambe e ginocchia dello sciatore.
In effetti i cambiamenti sono stati tantissimi, e oggi osservare i rudimentali sistemi anche solo degli anni sessanta fa senz'altro sorridere. Altra importante innovazione fu l'invenzione della soletta in grafite, che permette un notevole guadagno in termini di scorrevolezza e quindi velocità per via del minore attrito con la neve rispetto al legno.
Importantissima rivoluzione nella tecnica della sciata, è stata rappresentata dall'introduzione dello sci sciancrato o Carving.
Precedentemente, infatti, per curvare lo sciatore doveva "sbandare" lo sci per fargli cambiare direzione; con lo sci sciancrato, invece, per via del fatto di avere punta e coda più larghe, lo sciatore fa piegare lo sci, inclinandosi (o in gergo "angolando") e può quindi descrivere una curva senza mai far sbandare lo sci ma viceversa facendolo scorrere sulla lamina, con ovvi vantaggi in termini di velocità di percorrenza. In altre parole è come se in macchina facessimo una curva in tenuta sulle quattro ruote invece che in derapata.
Oggi la tecnica costruttiva ha raggiunto livelli molto alti soprattutto per quanto riguarda la realizzazione dell'interno dello sci: gli sci per l'agonismo infatti sono realizzati utilizzando varie e complicate tecniche per la disposizione del legno (per quanto riguarda gli sci più economici, invece, si ricorre alla tecnica dell'iniezione di schiume o materiali simili).
Si presta molta attenzione anche alla massima riduzione possibile dell'attrito, ricorrendo all'utilizzo di sciolina, realizzando il fondo dello sci in grafite e incidendolo con dei piccolissimi segni atti allo scorrimento delle gocce d'acqua che si creano fra la neve e lo sci stesso (l'insieme di queste incisioni viene indicato in gergo con il termine "impronta"). Ovviamente le viti che inizialmente univano la lamina allo sci sono state eliminate, per ovvi motivi di vantaggio in termini di scorrevolezza. Basti pensare che oggi anche solo il segno lasciato da un sasso preso accidentalmente durante una discesa sul fondo dello sci può compromettere le caratteristiche di velocità dell'attrezzo! (certo a questo fatto prestano attenzione soprattutto gli atleti per cui anche solo i decimi di
secondo sono importanti, per un normale turista il problema può essere comodamente trascurato in quanto non comporta alcun cambiamento nell'approccio alla sciata).
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